Provincia di Latina
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Città di Aprilia

La storia

Aprilia nasce nel 1936 con tutte le caratteristiche di un borgo rurale. La sua realizzazione rientra nel progetto della “bonifica integrale” delle Paludi Pontine.

Tale progetto prevedeva, dopo il prosciugamento della palude, il riassetto del territorio al fine di gestirne l’utilizzazione agricola con mezzi moderni e la realizzazione delle cosiddette “città nuove” (Latina, Sabaudia, Pontinia, Aprilia, Pomezia), che rappresentano uno degli esperimenti dell’urbanistica moderna di maggior interesse compiuti in Italia. Mussolini investì molto nel progetto di bonifica dell’Agro Pontino, che immaginava come un potenziale grande orto da realizzare intorno a Roma.

Furono vani in passato i tentativi di bonificare il territorio, caratterizzato da insalubrità e spopolamento dovuto alla malaria, tra cui quello operato da Livio Odescalchi nel primo ventennio del XVIII secolo e quello messo in atto da Papa Pio VI alla fine dello stesso secolo: le Paludi Pontine rappresentavano, quindi, il luogo su cui il regime fascista giocava la sua credibilità di forza nuova, programmatica e concreta.

Mussolini affidò all’O.N.C. (Opera Nazionale Combattenti) i lavori di bonifica che iniziarono, per la parte idraulica, nel 1926, ma, solo tra la fine del 1931 e quella del 1934, l’impresa assunse dimensioni considerevoli.

Dal 1934 Aprilia in costruzione…nell’area del Consorzio di Bonifica di Littoria venne incluso anche il Consorzio n.5 dell’Agro Romano: circa 60.000 ettari sui quali sarebbero sorte in un futuro immediato Aprilia e Pomezia. Dopo circa dieci anni, l’O.N.C. completò il programma relativo ai lavori di bonifica e di infrastrutturazioni del territorio consistenti in più di 2.000 km di canali, 10.000 km di scoline, 900 km di strade, 4.000 case coloniche, 5 centri urbani maggiori e 17 borghi rurali.

Nella realizzazione di questa grande mole di lavoro costituita da costruzioni idrauliche, edilizie, stradali, taglio dei boschi, fabbricazione del carbone, lavori industriali, furono coinvolte decine di migliaia La posa della prima pietra con la benedizione di Mons. Travalusci di operai provenienti da tutte le regioni d’Italia.

Il 18 dicembre 1932, Mussolini inaugurò Littoria (l’attuale Latina), la prima delle cosiddette “città nuove”, il cui progetto era stato affidato a O. Frezzotti. Nell’aprile del 1933 l’O.N.C. bandì un concorso nazionale per la progettazione di Sabaudia, vinto dagli architetti E. Montuori, L.Piccinato e A. Scalpelli. Sabaudia fu fondata nell’agosto del 1933 e inaugurata nell’aprile dell’anno successivo. Nel dicembre del 1935 venne inaugurata Pontinia, il cui progetto fu redatto da A. Pappalardo con la collaborazione di Frezzotti.

Il 25 aprile 1936 Mussolini fondò, con il simbolico rito del solco romano, Aprilia che inaugurò il 29 ottobre 1937. Nell’ottobre del 1939 venne inaugurata Pomezia, il cui progetto fu frutto di un concorso nazionale vinto dagli stessi progettisti di Aprilia.

Il campanile….Aprilia è, dunque, dal punto di vista cronologico, il “quarto comune dell’Agro redento”, realizzato dopo Littoria, Sabaudia e Pontinia e prima di Pomezia. Il concorso nazionale per il piano regolatore di Aprilia fu bandito dall’O.N.C. nel 1935. La città doveva essere ubicata, secondo le dirette indicazioni di Mussolini, in un’area paludosa di 12.000 tagliata dalla via Nettunense e la progettata via Mediana (asse di collegamento tra Littoria, la bassa Valle del Tevere e l’Aurelia), in prossimità del cui incrocio, liberamente stabilito dai progettisti, sarebbe sorto il centro urbano. Secondo l’allegato al bando di concorso, si sarebbero dovuti prevedere, per Aprilia, 12.000 abitanti, di cui 3.000 residenti nel centro urbano, 9.000 nei poderi del suo territorio. Il bando dava inoltre indicazioni sulle caratteristiche costruttive ed architettoniche degli edifici, che avrebbero dovuto ispirarsi “a somma semplicità (…) rifuggendo dall’impiego di parti decorative non sobrie”. Al concorso per il P.R.G. aderirono 25 gruppi, dei quali 17 presentarono un piano. Di questi ne vennero ammessi 16 che riuscirono ad elaborare il piano in un mese, tempo ristrettissimo imposto dal bando: le proposte furono diversissime per livello e natura. La Commissione esaminatrice, dopo quattro sedute, dichiarò all’unanimità vincitore il progetto contrassegnato dal motto “2P.S.T.” iniziali degli architetti C. Petrucci e M. Tufaroli e degli ingegneri F. Paolini e R. Silenzi.

Il La torre civica….nucleo urbano era organizzato secondo due assi di ortogonali convergenti in p.zza Roma, polo urbano caratterizzato dalle emergenze della Torre civica e di quella Campanaria, intorno alla quale si attestavano gli edifici più importanti come la Casa Comunale, la Caserma dei RR.CC., la Casa del Fascio, la Chiesa, la trattoria con la locanda e il cinematografo.

L’asse nord-sud (via dei Lauri, via degli Aranci), pensato come strada di penetrazione che congiunge la via Nettunense con la via Mediana (attuale SS 148 Pontina), era sfalsato a baionetta sulla piazza avendo come fondali, per chi accedeva alla piazza, la Torre civica e il Campanile.

Oggi il centro urbano si presenta in modo notevolmente Veduta aerea di Aprilia del settembre 1943.diverso: l’attuale aspetto è dovuto all’abbattimento (negli anni ’70) della Casa del Fascio, alla ricostruzione del Municipio, alle parziali modifiche di tutti gli altri edifici, ristrutturati nel dopoguerra e alla recente ricostruzione del Campanile della Chiesa di S. Michele Arcangelo (1999).

Aprilia venne coinvolta direttamente dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale. La città era denominata dagli alleati “The Factory” (la fabbrica) per il suo chiuso nucleo centrale edificato in mattoni rossi, che dall’alto dei ricognitori aerei doveva sembrare, appunto, una fabbrica. In seguito allo sbarco alleato ad Anzio e Nettuno (gennaio 1944), Aprilia venne bombardata e il centro urbano fu quasi completamente raso al suolo. Terminata la guerra, cominciarono i lavori di ricostruzione della città che era ridotta ad un cumulo di macerie.

La chiesa di San Michele al temine della guerra.Un grande contributo alla rinascita della città fu sicuramente dato dagli uomini che, a rischio della propria vita, operarono la bonifica dei campi minati nell’Agro Pontino.

Aprilia venne ricostruita mantenendo il carattere di comune essenzialmente agricolo: all’inizio degli anni ’50 era poco più che un villaggio situato in una zona, la pianura pontina, considerata tra le più depresse in tutta Italia e, proprio per tale motivo, venne inclusa, con la Provincia di Latina, nelle aree protette della Cassa per il Mezzogiorno.

Il contributo statale insieme ad una serie di fattori come la vocazione industriale del terreno o la vicinanza del mercato di Roma, diedero il via ad un processo di industrializzazione che è alla base del successivo vorticoso sviluppo della città.

La prima fase di questo processo si è attuata negli anni ’50: nel decennio 1951-1960 entrarono in funzione nel Comune di Aprilia 28 complessi industriali (di cui 10 di origine locale), tra cui la Simmenthal, l’Enotria, la Zenit (poi Sud Metal – Franke), il Caseificio Vallelata, la Fimap, la Scherer, i Laboratori Italo Americani (poi Wyeth), la Farmaceutici Gellini, la Somma. Il decennio 1961- 1970 è il periodo che registra il maggior incremento in termini di nuovi insediamenti industriali e di ampliamento delle aziende preesistenti.

Il sagrato della chiesa di San Michele.Entrarono in funzione, in questo periodo, 56 stabilimenti di rilevanza notevole dal punto di vista occupazionale: la Recordati, la Vianini, la Doro (poi Elah, General Food, Maggiora), la Buitoni, la Abbott, la Bordoni Miva (poi AVIR), la Yale, la Ingred, la Massei Ferguson, l’Angelini. Negli anni ’80, l’apertura di 38 nuovi stabilimenti, caratterizzati da piccola dimensione e produzione diretta al mercato interno, accrebbe il ruolo egemone del comune di Aprilia all’interno della Provincia di Latina, sia per il maggior numero di industrie in funzione della sua area, sia per la maggiore stabilità di quelle preesistenti.

Negli anni ’90 si è avvertito il passaggio da un’economia di tipo industriale, ad una di tipo post-industriale che sta portando ad un crescente sviluppo del settore terziario.

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